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sabato 12 dicembre 2020

A lezione di neve

Ogni insegnante lo sa, lo teme, lo fiuta nell'aria una mattina d'inverno o, se si vuole esagerare, anche di tardo autunno come mi è successo una settimana fa. 

Arriva la neve.

Sottotitolo: oggi i bambini non mi guarderanno neppure se ballo sulla cattedra con un cesto di ananas in testa accompagnata da un orso ammaestrato. E così, ovviamente, è stato. 

Poi, un'idea: a scoppio ritardato, come sempre mi capita, come quando ti viene in mente in ritardo quella cosa intelligente che avresti potuto dire in quella difficile conversazione, ma ormai... Avete presente la sensazione, giusto?

Però io la mia idea l'ho messa in atto lo stesso, tanto per sperimentare, che poi magari una volta o l'altra la tiro fuori dal cappello al momento giusto e non con una settimana di ritardo.

"Sapete bambini come è fatta la neve vista da vicino vicino?

Sapete che ogni fiocco è perfetto e preciso, ma nessuno è uguale ad un altro?

Volete vedere che gioielli sa creare la natura?"

E poi basta parole, ho lasciato parlare le immagini. E tra uno "WOW" ed un "OOOH" ho avuto 5 (e dico 5!) minuti di attenzione. Cioè, non proprio io, che illusa, ma la neve diciamo.





 




(Immagini da Pixabay)


Poi hanno provato a disegnarla con matita bianca su foglio nero: qualcuno ha fatto dei cristalli grossi come un pugno di Hulk e in 2 minuti 2 ha riempito tutto il foglio anche sul retro, qualcuno li ha fatti talmente fitti e fini che dopo mezz'ora, come da manuale, mi ha chiesto se poteva finire a casa perché non ne poteva più. Ma per tutti è stato bello, è stata una scoperta che aveva senso, perché era iniziata da una loro esperienza, una delle più affascinanti, una di quelle che stupisce e riempie gli occhi e il cuore anche vista dalle finestre di una classe che quest'anno è un po' troppo spoglia.

E comunque l'ho detto, ai bambini, che hanno ragione loro: non si può fare lezione fermi in classe a parlare d'altro mentre fuori nevica. Proprio non si può.

Non è che la prossima volta i genitori me li possono portare direttamente con scarponi e tuta da sci?

                                                            Maestra Fra




mercoledì 2 dicembre 2020

ARTE CHE SALVA

L'ho sempre creduto ma più che mai in questo periodo: la bellezza salva. E l'arte è la sua espressione più "a portata di mano".

Se poi a questa associamo un piccolo effetto sorpresa, un sorriso è assicurato anche sotto la mascherina. 

Ho già detto che l'idea di utilizzare gli albi illustrati, che mi appassionano da sempre, per fare scuola in quest'anno strano, mi ha illuminata.

Ecco perché una semplice storia come quella di "Iole, la balena mangiaparole" (di Gioia Marchegiani, Gribaudo editore) che ho utilizzato per affrontare la lettera I nella mia classe prima, mi ha dato il là per una piccola opera a sorpresa, che ci ha divertiti e ci ha dato la scusa per scrivere qualche prima parola interessante.

Nella foto la mia versione della balena, ma vi assicuro che quelle dei bambini sono state, come sempre, più originali e colorate!






Ottenere l'effetto sorpresa è semplicissimo: basta piegare a metà un foglio A4 e poi ripiegare di nuovo a metà il lembo superiore.

Poi si fa il disegno a foglio chiuso e lo si completa dopo averlo aperto.


FELICE ARTE A TUTTI!
(Son piccole cose, ma aiutano)
Fra